lunedì 20 agosto 2007

Corifede e la Bottiglietta viola

In un giorno pieno di sole, Corifede era fradicio per colpa della pioggia. Per terra trova una bella Bottiglietta viola, la guarda come un bambino vede per la prima volta il mare; affascinato e impaurito. La raccoglie e ne beve un sorso, il contenuto sa di Amore. La Bottiglietta gli cade di mano, Corifede indietreggia impaurito. Salgono dei ricordi che esplodono come bollicine d’acqua.

Corifede sta zitto, da solo, la faccia appoggiata sul banco verde e nascosta dalle braccia, gli altri bambini della scuola elementare stanno giocando insieme e lui non gioca con loro, perchè loro non vogliono. Lui è diverso, ha la pelle diversa dalla loro, è strana, un bambino lo ha detto e gli altri erano d’accordo. Corifede sta zitto per cinque anni sul banco verde, ogni tanto escono delle lacrime, si chiamano Sfiducia e Rifiuto. Entrambi lo terrorizzano, Sfiducia gli ripete in continuazione “Sei brutto!”, Rifiuto gli sussurra “Nessuno ti potrà mai volere bene”. Lungo il tempo, altre lacrime scivolano fino alle sue labbra e si lasciano assaporare, si lasciano conoscere. Una si chiama Amore, che ha un sapore dolce, con retrogusto amaro. Questa lacrima non parla, ma canta, Corifede non capisce nulla di quello che dice, però gli piace cosa sente. Poi sviene per terra e quando si risveglia, gambe e braccia tremano e la pancia è sottovuoto.

La Bottiglietta viola sta rotolando via, lungo una discesa. Corifede corre il più veloce possibile ma perde l’equilibrio e cade, poichè la discesa è troppo ripida. La Bottiglietta viola è sempre più lontana. Corifede si limita a ricordarne il sapore, sperando che qualche ciuffo d’erba sull’asfalto fermi la sua corsa.

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